Comune di Pozzuolo Martesana

Chiesa di San Francesco

L’origine della chiesa del complesso conventuale di Pozzuolo Martesana è legata al nome del cardinale Pietro Peregrosso, più conosciuto come Pietro da Milano. Questo cardinale presbitero del titolo di San Marco a Roma, che ricoprì anche il ruolo di vice cancelliere della Santa Romana Chiesa, fu uno dei vertici della burocrazia curiale vaticana. La sua famiglia proveniva da Pozzuolo, dove abitavano i suoi parenti più poveri, che vennero ricordati nel suo testamento del 1295. Nel testamento si legge:

Voglio, dispongo e ordino che dai miei esecutori siano completati e finiti la chiesa di Santa Maria, che sto facendo costruire nel luogo di Pozzuolo, il suo campanile, la sacrestia, il dormitorio, il refettorio, la scuola, il capitolo, l’ospizio/foresteria, l’infermeria e tutte le case e le officine.

Questo prestigioso complesso, situato lungo la via che collegava Milano a Cassano d’Adda, aveva l’ambizione di essere un centro studi teologici, dotato di tutto il necessario, e una scuola per accogliere ospiti illustri, dedicata alla dottrina e all’eloquenza. Tuttavia, a causa della morte del cardinale, queste intenzioni rimasero incompiute.

Per esaltare l’importanza del nuovo luogo di culto, non bastavano la grandiosità dell’edificio, la dottrina e l’eloquenza dei predicatori, né il fasto liturgico. Era necessario attirare i fedeli con reliquie rare e meravigliose, che avrebbero impressionato la religiosità del popolo cristiano medievale. È ragionevole concludere che fin dall’inizio, il convento di Pozzuolo doveva attrarre folle di pellegrini, desiderosi di guadagnare meriti per questa vita o per l’altra. I visitatori guadagnavano migliaia di anni di indulgenza, soddisfacendo al contempo la loro curiosità grazie all’esposizione di oggetti sacri.

Successivamente, si aggiunsero gli affreschi che decoravano le pareti dell’edificio, di cui rimangono ampie tracce. Questi raffiguravano i compiti che i padri avrebbero dovuto svolgere (la scuola, l’ospedale e altre opere), oltre al quotidiano ministero, l’amministrazione dei sacramenti e la predicazione.

La prosperità economica della comunità di Pozzuolo, che ebbe probabilmente effetti positivi anche sulla popolazione del paese, durò circa due secoli. Tuttavia, verso la fine del 1400, cominciarono a emergere delle difficoltà. Un’improvvisa e inspiegabile svolta positiva si verificò dal 1528 fino alla metà del 1600, quando circa una ventina di legati arricchirono il convento con denaro e terre.

Nel 1642, una scritta che attraversa lo spazio superiore fra le due monofore dell’abside ricorda che i frati dedicarono le nuove opere in memoria del cardinale fondatore. Si trattava probabilmente della volta barocca del presbiterio, realizzata con abbondanza di stucchi e gessi e decorata con pregevoli dipinti, tra cui un ciclo dedicato ai personaggi più illustri del movimento francescano.

Una testimonianza diretta di questo periodo è una piccola acquasantiera che reca il cristogramma IHS e che ricorda una sosta del cardinale nel convento nel suo viaggio verso Treviglio, dove predicò nella cattedrale nel 1419, conquistando i fedeli con la sua parola.

La Soppressione e il Saccheggio

Nel XVIII secolo, l’Ospedale Maggiore di Milano giunse nella zona con l’intento di ospitare e curare i malati del contado a est del Ducato. Per finanziare la costruzione e la gestione di questa opera, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria,  in accordo con la Curia milanese, ordinò la soppressione di tre conventi della zona. Il convento francescano di Pozzuolo, insieme a quelli dei carmelitani di Santa Maria delle Stelle di Melzo e degli agostiniani di Inzago, fu uno di quelli scelti.

Il ciclo tormentato del convento di Pozzuolo si concluse con un dispaccio reale del 31 maggio 1771, che ordinava la sua soppressione. Nei due secoli successivi, ladri e malfattori spogliarono la chiesa e il convento di tutto ciò che poteva essere facilmente sottratto: quadri e altri beni. Il saccheggio, iniziato con l’esilio dei frati a Lodi, è proseguito regolarmente fino ai giorni nostri, con privati e istituzioni che hanno continuato a depredare l’edificio. Tra gli ultimi oggetti trafugati ci sono le teste di una decina di cherubini che decoravano la volta barocca del presbiterio, strappate durante alcuni lavori di restauro.

ITINERARIO DI POZZUOLO MARTESANA

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