Comune di Pozzuolo Martesana
frazione di Trecella
La Cappella dei Caduti del 7 Maggio 1945
Il 7 maggio 1945 è una data che ancora oggi rimane impressa nella memoria collettiva di Trecella. In quel tragico giorno, dodici persone – tra cui sei ragazzi – persero la vita in un’esplosione, segnando profondamente una comunità che allora contava meno di 2000 abitanti. L’intero paese fu colpito, direttamente o indirettamente, da un dolore che avrebbe lasciato un segno indelebile nella sua storia.
IL CONTESTO DELLA GUERRA
Durante il conflitto, la zona tra Trecella e Albignano ospitava una vecchia cava utilizzata come postazione contraerea. Il suo scopo era proteggere il ponte ferroviario di Cassano d’Adda dagli attacchi degli aerei alleati, poiché esso rappresentava un nodo strategico della linea che collegava Milano alla Germania attraverso il Brennero.
Per tutta la durata della guerra, la popolazione di Trecella visse nel terrore. Numerosi bombardamenti vennero lanciati sul territorio per colpire il ponte, costringendo gli abitanti a cercare rifugio nei campi e sotto i ponti dei fossati, nel disperato tentativo di sfuggire alle schegge.
Il comando tedesco si era insediato nel palazzo del marchese, imponendo l’oscuramento totale del paese ogni notte per evitare che i bombardieri nemici potessero individuare punti di riferimento. A questo si aggiungeva la minaccia del famigerato “Pippo”, un aereo da ricognizione e incursione degli Alleati che sorvolava il territorio a bassa quota, così da evitare la contraerea e da poter mitragliare qualsiasi luce accesa.
I giovani di Trecella vissero anni di paura e privazioni. Dal 1943 in poi, molti si nascosero in soffitte e stalle per evitare di essere catturati durante i rastrellamenti delle squadre fasciste della X MAS, rischiando la deportazione nei campi di concentramento tedeschi.
IL TRAGICO INCIDENTE
Dopo la fine della guerra, il 7 maggio 1945, una squadra della 105ª Brigata SAP “Adda” – formazione partigiana del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) – si trovò coinvolta nelle operazioni di sgombero degli ordigni bellici. Il loro compito era quello di trasportare gli esplosivi alla polveriera di Cassano d’Adda.
Mentre le bombe venivano caricate sui carri, una di esse scivolò accidentalmente, provocando un’esplosione devastante. L’imperizia e la fretta nel liberarsi del pericoloso carico trasformarono un giorno che doveva segnare la rinascita in una tragedia. L’intervento di una squadra di artificieri sarebbe stato necessario, ma la situazione sfuggì di mano, con conseguenze drammatiche.
LE VITTIME
L’esplosione costò la vita a dodici persone, tra cui giovani partigiani e bambini. Secondo il comunicato ufficiale del CLN, persero la vita:
- Francesco Mangiagalli, Maggiore, 57 anni
- Emilio Moranzoni, Caporal Maggiore, 20 anni
- Ariberto Spinelli, 19 anni
- Silvio Maggi, 18 anni
- Franco Moneta, 18 anni
- Luigi Panzera, 18 anni
A questi si aggiunsero sei giovanissime vittime civili:
- Augusto Invernizzi, 13 anni
- Giuseppe De Gasperi, 13 anni
- Edoardo Grammatica, 13 anni
- Roberto Brambilla, 12 anni
- Aldo Brambilla, 11 anni
- Mario Oldani, 9 anni
MEMORIA E TESTIMONIANZE
Il dolore per questa tragedia resta vivo nei ricordi della comunità. Una testimonianza toccante è quella di Bianca Moranzoni, il cui padre Dante sarebbe dovuto essere presente quel giorno, ma fu sostituito dal fratello Emilio, che perse la vita nell’esplosione.
L’orrore di quella giornata è ancora impresso negli occhi di chi l’ha vissuta. Un testimone ricorda le barelle coperte da lenzuola bianche, dietro cui si celavano i resti martoriati dei giovani caduti.
Oggi, la Cappella dei Caduti custodisce la memoria di quei tragici eventi, affinché il sacrificio di quei giovani non venga mai dimenticato.
TESTIMONIANZA VIDEO
ITINERARIO DI TRECELLA
Condividi
Visualizza mappa ingrandita
Apri elenco punti in mappa
Scegli un punto d’interesse
Avvia indicazioni stradali
Aggiungi la tua posizione















